Fanfulla è vivo e lotta insieme a noi

E’ risorto il famoso soldato di ventura nella via a lui intitolata nel quartiere Pigneto di Roma.


In via Fanfulla da Lodi 38 da venti anni vive una comunità di cittadini senegalesi, artigiani e venditori ambulanti che qualcuno vuole buttare fuori dalla loro casa.

Al Pigneto chi ha i soldi da investire ci viene per comprare case, ristrutturare topaie per affittarle ai Bobò con cappello stiloso e occhiali anni ’50, i palazzinari ci vengono perchè possono fare quello che cacchio gli pare che tanto nessuno gli dice niente. Ci si viene per aprire un locale più o meno trendy e con la scusa ci si fanno un sacco di soldi fottendosene dei bisogni del quartiere. E’ il capitalismo, baby.
Ultimamente pare che anche delle simpatiche organizzazioni mafiose ci siano arrivate a investire. Chi al Pigneto vive e cerca di cambiare le cose non ha però notato la differenza. E’ il capitalismo, baby.
Ah, a proposito questo fenomeno che i sociologici chiamano Gentryfication, i poveri comunisti nostalgici si ostinano a chiamarlo speculazione. Non è che prima il Pigneto fosse il paradiso, ma tra un semplice degrado da prima periferia e il paese dei balocchi di chi ha i soldi ci sarebbe in mezzo qualcosa di altro.
Certe volte però il meccanismo si inceppa e quando si inceppa succedono cose strane come vedere una piccola processione di cittadini che portano sacchi di cemento e sabbia, mattonelle, tazze del cesso, assi di legno, tegole e mattoni come dei re magi in dono a una casupola sgarrupata che il Comune vorrebbe sgomberare.

Questa storia comincia con un avido proprietario che da 10 anni, dopo avere regolarmente disatteso tutte le norme che regolano l’affitto di una casa, si fa dare 1700 euro in nero al mese per la succittata casupola sgarrupata da un gruppo di cittadini senegalesi. Coerentemente con il costume tutto italico e romanissimo per anni se ne fotte delle condizioni della casa, del fatto che il muro di cinta crolli, che il tetto sia una bella lamiera e che gli impianti siano fatti con i lego. Giustamente, viene da dire, so negri n’hai visto come vivono ar paese loro.
Dopo tanti anni di fatiscenza finalmente qualcuno si rende conto che la situazione non può più andare avanti e che la colpa è ovviamente dei negri. Parte un esposto al comune che obbliga il proprietario a intervenire immediatamente (novembre 2009) sulle condizioni dello stabile (parola strana per quella casa…). Il nostro prode proprietario che poi è il fratello della proprietaria, giustamente, se ne sbatte perché nel frattempo una banca gli vuole fare cacciare un po’ di soldi e gli vuole perfino mettere la casa all’asta e poi so negri etc etc.
A maggio il Comune decide di intervenire e finalmente individuato il vero problema, ossia i senegalesi zozzi, ordina un intervento straordinario di pulizia degli spazi esterni che poi avrebbe dovuto pagare il proprietario. Ore 7.00 una pattuglia dei vigili cerca di convincere delle persone appena svegliate a prendere le loro cose e ad andare in un bellissimo posto chiamato centro di accoglienza perché la casa deve essere pulita e messa in sicurezza. Questo è il momento del risveglio del condottiero, Fanfulla da Lodi prende il cellulare e comincia a chiamare alcune persone del quartiere, il Centro Sociale Ex Snia, il Comitato di Quartiere per dire – aiuto, che dobbiamo fare?
Dopo un paio di giorni di trattativa ci si mette d’accordo, il Comune fa l’intervento, la Asl lo certifica e i senegalesi rientrano in casa. Nel frattempo il proprietario passa, giustamente, per riscuotere l’affitto ma trova tanta gente incazzata che gli dice di andare nel posto che spetta a uno come lui.

I vigili sono di parola e dopo avere capito chi sono i veri cattivi in questa storia, ossia i senegalesi zozzi, loro e la Asl dicono – fermi tutti, la casa è pericolante e in cattivo stato – e la certificazione dell’avvenuta pulizia degli spazi esterni diventa una ispezione totale. A luglio viene detto che la casa non è abitabile e che si provvederà al suo sgombero. Ad agosto arriva una bella lettera del Comune che dice che è partita la procedura per la messa in sicurezza dello stabile e che c’è una settimana per fare appello, giustamete la lettera viene inviata poco prima di ferragosto per dare tempo agli abitanti di fare qualcosa. Il proprietario a questo punto rinsavisce e capite le sue colpe decide di continuare a fottersene grandemente, anche perchè la banca gli sta sempre col fiato sul collo.
Fanfulla e i suoi amici decidono che di questa cosa si deve occupare il Municipio, dove uomini coraggiosi, assessori indefessi e funzionari modello lottano ogni giorno per i diritti dei più deboli (palazzinari, assessori, proprietari di case, bottegai, metroC, il PD etc etc).
Gli amministratori dicono -ce possino ciecà ma faremo qualcosa, nell’ordine:
• chiederemo gli atti ai vigili urbani – li ha avuti un mese dopo facendo la formale richiesta un avvocato amico di Fanfulla
• romperemo le reni al turpe proprietario – che nel frattempo terrorizzato è passato un paio di volte a pretendere l’affitto
• chiederemo alla Banca quale è la reale situazione – stanno ancora ridendo mangiando caviale
• cercheremo soluzioni abitative per tutti – due giorni prima della data dello sgombero due assistenti sociali sono passate dai senegalesi a presentare le possibilità offerte dal Comune per l’emergenza abitativa ossià un bel centro di accoglienza (pieno) e un posto all’ultimo posto nella graduatoria delle case popolari

Grazie all’intervento provvidenziale del Municipio a fine settembre arriva una lettera firmata da Alemanno in persona che dice che c’è un mese per levarsi di torno o per fare ricorso.
Fanfulla non si da per vinto e assieme ai suo amici e ai senegalesi decide che da lì non esce nessuno e che entro la data prevista per lo sgombero la casa sarà autorecuperata. Nel frattempo però e meglio presentare un ricorso per bloccare lo sgombero.
Uno sgombero dettato dalla speculazione immobiliare che sta soffocando il quartiere e dalle condizioni di precarietà e indigenza che italiani e stranieri sono costretti a subire. 20 anni di affitto pagato in nero ad un proprietario senza scrupoli che non ha mai fatto manutenzione sull’immobile lasciandolo insicuro, 20 anni di sporco profitto sui bisogni dei più deboli.

Il Comune di Roma forse sollecitato dagli stessi proprietari o dalla Banca che vanta crediti nei loro confronti, applicando un copione facile facile, ha avviato la procedura di sgombero per motivi igienico-sanitari e di instabilità di fatto determinando una situazione di vantaggio non per chi è vittima ma per chi è carnefice. Lo sgombero a tutela dei residenti è rapido e inoppugnabile rispetto ad una procedura di sfratto ma l’obiettivo è lo stesso abitazione libera e pronta da mettere sul mercato, magari aspettando il piano casa per ampliare la cubatura.

Il Municipio VI nonostante le promesse di attenzione alla vicenda si è limitato a inviare il giorno prima dello sgombero due assistenti sociali ad informare i senegalesi che il comune mette a disposizione i centri di accoglienza (pieni) e contributi – che tutti sappiamo inesistenti – per l’affitto di case.

Se le Istituzioni garantiscono i più forti, gli abitanti solidali del quartiere e le realtà sociali come il Comitato di Quartiere, l’Osservatorio Antirazzista Territoriale e il CSOA ex-Snia e la Onlus Progetto Diritti come in altre occasioni hanno deciso assieme ai residenti di via Fanfulla 38 di non permettere questa ennesima ingiustizia a danno dei più deboli bloccando il procedimento.
Oggi sono finiti i lavori principali e la casa è salubre e sicura.
Il Tar, il 12 gennaio, ha disposto la sospensione della sgombero e stabilito che una nuova ispezione dovrà essere fatta da un ente terzo e imparziale.
Il 30 aprile il Genio civile della Regione Lazio ha svolto un sopralluogo.

Ieri, 22 giugno si è svolta l’udienza:

ABBIAMO VINTO. LO SGOMBERO È ANNULLATO.

ALEMANNO, GLI SPECULATORI E I LORO SERVI HANNO PERSO.

SONO STATI SCONFITTI DALLE MANI, BIANCHE E NERE, CHE A VIA FANFULLA SI SONO INCROCIATE.

Fanfulla non tornerà ad ad essere un nome sulla targa di una via. Rimarrà un condottiero con cucchaira e cofana ben saldi in mano!

 

Questa voce è stata pubblicata in Lotte e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.