Uomini liberi in un mare di schiavi

Una sera in una piccola Mompracem romana, un gruppo di “estremisti da isolare” si trova a discutere del perchè e del per come si è diventati quello che si è. Quali letture, quali riferimenti li hanno portati a scegliere un punto di vista tanto forte e ad essere incociliabili estranei della nostra bella società. Si Che Guevara era stato fondamentale per tutti, dai suoi viaggi in moto al suo antimperialismo, prima istintivo poi politico. Certo i grandi classici del pensiero rivoluzionario. Leggere le storie di Guido Picelli e le gesta degli Arditi del Popolo hanno dato a tutti un impronta indelebile. A rifletterci bene tutti gli uomini e le donne che li avevano resi quello che erano potevano tranquillamente essere protagonisti di romanzi. Avevano delle vite, delle parole e dei gesti che al di là del loro essere seri rivoluzionari li portavano in un universo che è necessario, quello epico, se non si vuole passare il tempo a rotolarsi nel fango. 

Ma uno, uno solo ha fatto più di tutti. Lo ha fatto in un periodo insospettabile. A 12, 13 anni tutti lo avevano conosciuto. Chi era stato a Londra anni dopo si era ritrovato dentro un’antipatia innata e inspiegabile verso l’inghilterra, prepolitica.

Quell’uomo era Sandokan. La Tigre della Malesia. Il pirata più spietato che ci fosse. Il nemico numero uno dell’Impero britannico. Con Yanez, l’europeo rinnegatore del potere, e i suoi tigrotti ha fatto più per la formazione politica di intere generazioni che i tomi e le dottrine.

http://www.youtube.com/watch?v=HH52aiYKYmo

La bandiera rossa, conosciuta per prima, ha una testa di tigre al centro. Il primo amore per i maschi è stato una Marianna ostaggio di un padre dispotico (e chiaramente imperialista) e per le femmine che avevano letto la saga di sandokan, perle di Labuan, amazzoni combattenti, un pirata con gli occhi di brace (salvo poi trovarsi con quello che vedeva in loro padre l’essenza dell ‘imperialismo…).

Sandokan ci ha distrutto l’immaginario. Se devo sognare il giorno della Rivoluzione mi vedo alla testa di un drappello di spade sguainate, vestito come lui, come Sandokan che urlo a James Brook “Vieni a vedere come rinasce un popolo!!!” o come Yanez che arriva per mare con i rinforzi e il sigaro in bocca.

 

Salgari, forse ignaro di quello che faceva, ci ha segnato la vita. Forse qualcuno l’altro giorno sulle montagne della Val di Susa ruggiva come la Tigre mentre lanciava l’assalto al Forte.

L’assalto al cielo, l’assalto al forte. La riconquista di Mompracem.

 

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